LA CARTA DI IDENTITA' ELETTRONICA

Oggi è il fatidico giorno.
Ho prenotato mesi e mesi fa, on-line, un appuntamento per fare la CIE.

La Carta di Identità Elettronica.

Premetto che quando devo fare cose come questa, a causa dei miei diversi cambi di residenza, comune, abitazione, medico, cazzi e mazzi, ho quasi sempre un intoppo. 
Ma sono fiduciosa.
Questa volta dovrò sfatare questo mito.

Andrà tutto bene.


Sveglia ore 7.
Trucco, parrucco, colazione ed esco di casa alle ore 8.
In perfetto orario.
Ho appuntamento alle 9.
Municipio I, Via Petroselli.
Tutta metro fino a Circo Massimo e poi decido di fare una bella passeggiata a piedi.
Ore 8.48 sono là.
Chiedo dove devo andare.
Mi dicono che il mio appuntamento deve essere confermato: “signorina, vada al banco informazioni dell’ufficio demografico e le rilasceranno un numero”.

Inizio un po’ a tremare.

Insomma, ho prenotato da tanto.
Ho preso un giorno di ferie al lavoro.
Nel pomeriggio parto anche per Firenze, devo ancora preparare la borsa.
Ho i tempi stretti.
Devo fare questa maledetta CIE.
Per forza, devo vincere.
Devo sfatare il mito.
Il mio appuntamento viene confermato, mi viene rilasciato un numero e mi metto seduta.
E aspetto.
Aspetto.
Aspetto.
Insomma avevo appuntamento alle 9.
Mi chiamano alle 9.50.
Mi dirigo al mio sportello.
Tiro fuori tutto ciò che mi occorre.
Carta di identità vecchia, fototessera, tessera sanitaria.
Il bancomat per pagare.
Mi immagino già fuori da quel casermone, mi immagino già a Firenze a bere birra.
È fatta, penso tra me e me.
Firmo, compilo, rispondo a qualche domanda.

E poi

D’improvviso

Da lontanto, molto lontanto

Sento

Una voce “Signorina, abbiamo un problema!”

ECCALLA’

Tengo a bada il piccolo HULK dentro di me.
“Signorina, la sua carta di identità non risulta essere questa. È come se ne avesse due, è come se una fosse finta, insomma lei potrebbe tranquillamente truffare chiunque, per fortuna sembra una brava ragazza, ma dov’è l’altra carta di identità? Questa non esiste per il comune di Roma.”
Panico.
Non capisco letteralmente un cazzo di quello che mi sta dicendo.
Non la seguo.
Era quello il mio documento.
Cerco di ricostruire la situazione con l’impiegata.
In parole povere, qualche anno fa ho smarrito la vecchia carta e il comune presso il quale l’ho rifatta non ha comunicato nulla a Roma.
Ho due carte di identità in essere.

Ok, bene, cosa devo fare?
Mi deve portare la denuncia di smarrimento di quella carta.
Oddio ma non ho la minima idea di dove sia.
Ne faccia un’altra.
Vada a Piazza Venezia e torni con la denuncia, non le farò rifare la fila.
Ok.
Metto il turbo.
Che Usain Bolt, ti prego, fatti da parte.
Quasi volo.
Arrivo dai carabinieri ed il carabiniere di turno mi chiede cosa devo fare.
Denuncia di smarrimento carta di identità.
Eh ma ci vuole mezz’ora.

(E quale cazzo e’ il problema?!?)


Anche se ci vuole un’ora la devo fare.
Aspetto.
Non molto.
Denuncio.
Ti-metto il turbo.
Piazza Venezia.
Teatro Marcello.
Via Petroselli.
Salto la fila.
Mi mandano a un altro sportello.
Ok, bene, tutto da capo. 
Sticazzi.
Basta che si fa.
Tutta felice.
Ri-compilo, ri-firmo qualche domanda, impronte digitali.
Pago.

Ci siamo quasi e taaaaaac.

Il pc dell’impiegata si impalla.
Morto.
Fermo.
HULK potrebbe venire fuori da un momento all’altro ma quella povera signora innocente non c’entra nulla.
Devo stare calma.
Riavvia il pc.
Fuori diluvia.
Manco Noe’ con l’arca avrebbe potuto salvarsi per strada, con quella pioggia.
Rifacciamo tutto.
E questa volta ce la facciamo.
Sono quasi le 11.40.
In pochissimi minuti volo alla metro “Circo Massimo” per tornare a casa.
Alle 11.48 sono magicamente sul treno per Jonio con svariati km di corsa sulle gambe.
La metro va a 1 km/h.
Riesco ad essere a casa alle 12.28.
Zaino, doccia, stiro la camicetta, mi vesto.
Sono pronta.
Usciamo, io e Filippo.
Altra metro, altro giro, altra corsa.
Alle 14.19 siamo a Tiburtina.
Il treno parte alle 14.55.
Perfetti.
Precisi.
Riusciamo a prendere anche un panino.
A mangiare un boccone.
Saliamo sul treno.

Mi coccolo con un pezzetto di cioccolata. Lindt. Rossa. Al latte. Con l’irresistibile scioglievolezza.


Ed in un attimo.

MI CADE IL DENTE PROVVISORIO CHE HO MESSO MERCOLEDÌ.

È il caso che io vada a Lourdes?


O vanno bene questi 3 giorni di fiumi di birra che mi attendono a Firenze!!?
No così.
Per capire.

La giornata non è ancora finita.
Ma sono arrivata a Firenze sala e salva.
Io.
Filippo ha 39 di febbre.

Vi bacio e grazie sempre di leggermi.



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